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Indagine Nielsen sugli abusi e violenze nello Sport Italiano

Anno di pubblicazione:

L’indagine Athlete Culture & Climate Survey sugli abusi e le violenze nel mondo dello sport in Italia, è stata commissionata da ChangeTheGame a Nielsen con il contributo del Dipartimento per lo Sport della Presidenza del Consiglio dei Ministri, di Terres des Hommes, del consorzio Vero Volley e la Fondazione Candido Cannavò. 

Un’indagine importante, la prima statistica sul tema della violenza e degli abusi nello sport in Italia, con l’obiettivo di colmare una lacuna molto delicata. Si sono sottoposti all’indagine 1.446 atleti; tutti tra i 18 e i 30 anni e che avevano praticato sport in minore età. Un report sviluppato in due modalità: una quantitativa (un questionario CAWI) e una qualitativa (interviste individuali ad atleti che hanno dichiarato di aver subito violenze). 

Secondo i dati dell’indagine il 32,4% degli atleti coinvolti ha abbandonato l’attività; la ginnastica e il tennis risultano tra le discipline più colpite. Nell’80% dei casi, gli atti di violenza subiti durante la pratica sportiva hanno avuto una conseguenza. Molti hanno abbandonato lo sport di gruppo, per evitare il giudizio degli altri, altri invece hanno cambiato società, sport o lasciato del tutto il mondo dello sport.

Una raccolta dati così dettagliata, come quella presentata da Nielsen, ha come obiettivo quello di ottenere un cambiamento, maggior coinvolgimento e una maggior consapevolezza.

4 MINORI SU 10 HANNO SUBITO VIOLENZE

Dall’indagine emerge un dato, importante: quattro atleti su dieci sono stati vittime di abusi nel mondo dello sport prima dei 18 anni. Con conseguenze gravi, come problemi di salute, nel 20% dei casi.  Le esperienze di violenza e di abusi iniziano molto presto, fra i 14 e i 16 anni, comprese le più gravi. La maggior parte dei partecipanti ha sperimentato comportamenti protratti nel tempo anziché eventi isolati. La maggioranza degli atleti che subiscono violenze o abusi come riportato dall’indagine, pensano si tratti di bullismo e non chiedono aiuto (56%) perché percepiscono quelle esperienze come accettabili o tollerabili (47%), per paura di sembrare deboli (30%) o per paura delle conseguenze (17%).

Questo succede perché, nella maggior parte dei casi, i giovani non capiscono la gravità degli eventi e si sentono corresponsabili dell’accaduto. Ci sono 5 motivi che non portano a chiedere aiuto: consapevolezza, colpevolezza, squilibrio di potere, delusione e vergogna. In particolare, emerge che le donne chiedono meno aiuto rispetto agli uomini.

Parlando di dati, il 39% degli intervistati durante l’indagine confessa di aver subito maltrattamenti durante la carriera sportiva. La forma più diffusa di violenza è quella psicologica (30,4%) che va a minare la persona nell’animo, chiedendo prestazioni irrealisticamente elevate, umiliando o escludendo l’atleta in seguito a prestazioni considerate inadeguate, fino a minacce, offese verbali, bodyshaming e marginalizzazione. 

La seconda forma di violenza più diffusa è quella fisica (18,6%) che mette a rischio la salute stessa degli atleti, obbligandoli a praticare sport anche se infortunati oppure infliggendo loro esercizi pesanti come posizione e che potrebbero compromettere il loro fisico.

Segue la negligenza (14,5%) che vede le donne in maggioranza rispetto ai maschi. Anche in questo caso parliamo di abusi che includono atteggiamenti diversi, dall’obbligare le atlete a praticare sport in condizioni di non sicurezza, all’assenza di supporto adeguato per i loro bisogni fisici primari fino alla noncuranza che mette a rischio l’educazione sportiva.

Infine, la violenza sessuale con un 13,7%, anche se, coloro che hanno subito violenze di tipo sessuale hanno una probabilità di 1,2 volte superiore rispetto alla media di avere problemi di salute cronica.

È necessario però fare una distinzione: gli atleti che hanno subito una violenza senza contatto sono il 10,3%, mentre con contatto il 9,6%. Se prestiamo attenzione ai numeri e uniamo i dati, si nota che unendo le percentuali si supera il 100%, questo perché molti atleti hanno dichiarato di aver subito più tipi di violenze.

Un altro dato fondamentale e molto interessante che è emerso durante l’esposizione è il riconoscimento dei responsabili. Infatti, i responsabili degli abusi tra ragazzi e ragazze cambiano molto. Per quanto riguarda i ragazzi i principali responsabili sono i compagni di squadra, mentre per le ragazze sono gli allenatori, personale sportivo.

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