L’Istat ha pubblicato l’approfondimento “Sport, attività fisica, sedentarietà” basandosi su dati provenienti dalla più recente indagine multiscopo “Aspetti della vita quotidiana” e confrontandoli con i dati degli ultimi 20 anni.

Dall’indagine si evince che sempre più persone dai tre anni in su praticano attività fisico-sportiva nel tempo libero: dal 59,1% della popolazione di riferimento nel 2000 al 66,2% nel 2021; si riduce invece la quota di chi non pratica alcuna attività, che passa dal 37,5% al 33,7%.

Il 16,8% degli sportivi di tre anni e più dichiarano di praticare sport meno di una volta a settimana, il 49,2% una o due volte a settimana e il 34% tre o più volte a settimana, come evidenziato nella figura a seguire.

Fino al 2020 l’incremento è stato trainato principalmente dall’aumento della pratica continuativa di sport (dal 18% del 2000 al 27,1%) mentre è rimasta pressoché stabile la pratica sportiva saltuaria (intorno al 9,5%) e risulta tendenzialmente decrescente la pratica di attività fisica (dal 33,2% nel 2000 al 28,1% nel 2020).

Aumenta, in generale, chi pratica sport ma è allarme giovani: quali il 30% è sedentario, e il Covid non ha aiutato. Nel 2021 è infatti crollata la pratica sportiva continuativa tra bambini e ragazzi di 3-17 anni, passando dal 51,3% al 36,2%, compensata soltanto in parte dalla pratica di qualche attività fisica (dal 18,6% al 26,9%). Il risultato è una crescita parallela della sedentarietà (dal 22,3% al 27,2%).

Per quel che riguarda invece il confronto con l’ultimo ventennio, l’approfondimento Istat mette in luce quanto segue:

• In Italia, i livelli più alti di pratica sportiva si registrano tra i giovani di età compresa tra 15 e 24 anni. 
• In generale, tra gli sportivi, circa la metà (49,2%) dedica tempo libero all'attività fisica una o due volte a settimana e il 34,0% tre o più volte a settimana. Tuttavia, come sottolineato dall’Istat, malgrado i miglioramenti nel tempo, oltre un terzo dei soggetti ha dichiarato di non praticare sport o attività fisica nel tempo libero: 30,3% degli uomini e 36,9% delle donne.
• Il gap di genere è in progressivo calo. Nel 2021 rimangono alti i livelli di attività fisica negli uomini 39,8% rispetto al 29,6% delle donne, ma il gap di genere negli ultimi 20 anni la differenza uomo/donna si è ridotta di quasi il 30%.
• L'indagine ha evidenziato, inoltre, la presenza di differenze territoriali: la quota di praticanti sportivi è più elevata al Nord (41,5%), rispetto al Centro (36,7%) e al Mezzogiorno (24%). Tra il 2000 e il 2021, l'attitudine allo sport è aumentata di circa il 25% nel Centro-nord e di quasi il 15% nel Mezzogiorno. 
• Significative anche le differenze rispetto al livello di istruzione: pratica sport il 51,2% dei laureati, contro il 15,6% di chi ha la licenza di scuola media. Le diseguaglianze rispetto al titolo di studio sono aumentate nel tempo: la distanza tra titoli di studio bassi e titoli di studio alti era pari a 27,7 punti percentuali nel 2000, arriva a 39,5 punti nel 2020 e si mantiene quasi allo stesso livello anche nel 2021 (35,6 punti percentuali).
• Quasi otto ragazzi su 10 praticano sport se entrambi i genitori fanno sport, si scende a tre su 10 quando sia il padre che la madre non sono praticanti. L'indagine evidenzia che la pratica sportiva tra i ragazzi dipende: sia dalle abitudini sportive dei genitori (il 75,2% dei bambini e ragazzi di 3-17 anni con entrambi i genitori sportivi dichiara di praticare sport), sia dal contesto culturale della famiglia, dato che il 57,9% dei giovani che hanno genitori con titolo di studio alto si dedicano allo sport.
• La pratica fisico-sportiva declina con l’età. Anche la sedentarietà aumenta al crescere dell’età e riguarda generalmente due persone su 10 tra gli adolescenti e i giovani fino a 24 anni e quasi sette su 10 tra la popolazione di 75 anni e più.