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Uno sguardo sulla salute - indicatori OCSE 2023

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L’Ocse ha pubblicato recentemente il rapporto “Health at a Glance 2023”, che ogni anno confronta i sistemi sanitari dei 38 paesi membri dell’OCSE, analizzando i seguenti parametri: lo stato di salute della popolazione, i fattori di rischio per la salute, l’accesso alle cure, la qualità delle cure e le risorse sanitarie.

L’edizione di Health at a Glance 2023 include anche un focus speciale sulla trasformazione digitale dei sistemi sanitari, evidenziando, da un lato, lo stato di avanzamento della digitalizzazione in ciascun paese, e dall’altro riproponendo la procedura per accelerare tale trasformazione.

Nel report dell’OCSE, gli indicatori sulla salute della popolazione fanno emergere il peggioramento della speranza di vita alla nascita. Storicamente l'Italia si assestava sempre ai primi posti insieme al Giappone, oggi scivola al nono posto con una media di 82,7 anni, insieme al Lussemburgo, a fronte di una media Ocse di 80,3. Nei primi otto posti troviamo: Giappone (84,5), Svizzera (83,9), Corea (83,6), Australia (83,3), Spagna (83,3), Norvegia (83,2), Islanda (83,2) e Svezia (83,1).

Con riferimento al tasso di mortalità, invece, l’Italia occupa il settimo posto con 146 decessi per 100.000 abitanti, ben al di sotto della media Ocse di 237.

Contribuiscono, a livello mondiale ad aumentare il tasso di mortalità, i tre principali fattori di rischio individuali: fumo, consumo di alcolici e obesità. Anche l'inquinamento atmosferico è un fattore ambientale critico per la salute.

Per l’Italia, emergono dati positivi:

- sul consumo di alcol, dove per la popolazione over 15 la percentuale si attesta al 7,7% al di sotto della media Ocse di 8,6%;

- sul tasso di obesità della popolazione, il dato si ferma a 12% al di sotto della media Ocse di 19,5%.

Invece, sono negativi per l’Italia i seguenti dati:

- il numero di fumatori, con una percentuale di fumatori quotidiani tra gli over 15 del 19,1% un dato che si attesta sopra la media Ocse del 16%;

- i decessi causati dall’inquinamento atmosferico, con 40,8 decessi per 100.000 abitanti ben al di sopra della media Ocse di 28,9.

I DATI SULL’ATTIVITÀ FISICA

L'OMS raccomanda agli adulti di svolgere a settimana almeno 150 minuti di attività aerobica di moderata intensità, o almeno 75 minuti di attività fisica aerobica ad intensità elevata (o una combinazione di entrambe), in contesti diversi, e limitare il tempo trascorso da sedentari. Nel 2019, in media in 32 paesi OCSE, più di un terzo (40%) degli adulti ha riferito di aver svolto settimana almeno 150 minuti di attività fisica aerobica di intensità da moderata a intensa, in Italia questa percentuale si attesta intorno al 20% (Figura 4.11).

La percentuale varia dal 10% della Turchia e della Romania, a oltre il 50% di Svizzera, Australia, Norvegia, Paesi Bassi, Inghilterra, Svezia, Islanda, Danimarca, Giappone e Nuova Zelanda. Permane in quasi tutti i paesi una percentuale maggiore di uomini che dichiara di svolgere almeno 150 minuti di attività fisica settimanale rispetto alle donne, ad eccezione di Danimarca, Svezia e Islanda.

Secondo l’OMS l’aumento dei livelli di attività fisica ridurrebbe l’insorgenza e l’impatto delle malattie, prevenendo oltre 10.000 morti premature ogni anno nei paesi europei.

Si stima che, durante la pandemia, l’obesità abbia aumentato il rischio di sintomi gravi, nonché il rischio di ricovero ospedaliero e di morte correlati al COVID-19.

Secondo i dati rilevati, In media nei paesi OCSE, nel 2021 il 54% della popolazione adulta era in sovrappeso e il 18% era obesa, in Italia il tasso di sovrappeso era all’incirca del 48% e dell’obesità del 12%. Gli uomini avevano maggiori probabilità delle donne di essere in sovrappeso o obesi in tutti i paesi. Il divario di genere era particolarmente ampio in Lussemburgo, Germania e Repubblica ceca (una differenza di 19-20 punti percentuali) (figura 4.12).

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