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Rapporto BES 2023

Anno di pubblicazione:
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L’Istat presenta l’undicesima edizione del Rapporto sul Benessere equo e sostenibile (Bes).

Il Rapporto offre una lettura approfondita dei livelli, delle tendenze e delle disuguaglianze di benessere che si possono osservare nei 12 domini in cui si articola il framework Bes: Salute; Istruzione e formazione; Lavoro e conciliazione dei tempi di vita; Benessere economico; Relazioni sociali; Politica e istituzioni; Sicurezza; Benessere soggettivo; Paesaggio e patrimonio culturale; Ambiente; Innovazione, ricerca e creatività; Qualità dei servizi. In questa edizione l’attenzione è posta, in particolare, sugli andamenti più recenti e sul confronto con il periodo pre-pandemico. Oltre la metà dei 152 indicatori analizzati nel Rapporto è aggiornata al 2023 con dati definitivi.

IN DIMINUZIONE LA SEDENTARIETÀ , IN AUMENTO LA PRATICA SPORTIVA, STABILE L’ECCESSO DI PESO E SI RIDUCE IL CONSUMO DI FRUTTA E VERDURA

Tra gli indicatori del dominio Salute, il Rapporto mette in evidenza i seguenti dati (v.di Fig. 11):

  • sul fronte degli stili di vita, nel 2023 è pari al 34,2% la quota di persone di 14 anni e più sedentarie, in deciso miglioramento sia rispetto al 2022 (36,3%), sia al 2019 (35,5%);
  • un aumento della pratica sportiva (specialmente di tipo continuativo), pari al 25,5% in crescita rispetto al 2021 (quando era scesa al 22,5%);
  • Stabile sia rispetto all’anno precedente sia al 2019 la quota di persone in eccesso di peso tra la popolazione di 18 anni e più (44,6%), sebbene l’indicatore abbia subito un peggioramento relativamente alla componente dell’obesità, che si conferma in aumento nel medio e lungo periodo;
  • Sul versante degli stili alimentari più sani, nel 2023 la percentuale di popolazione di 3 anni e più che ha consumato giornalmente almeno quattro porzioni di frutta o verdura è pari al 16,5%. Tale quota è lievemente inferiore rispetto al 2022, ma con una flessione più marcata se confrontata con i valori osservati fino al 2019.

Una visione di insieme sulla sedentarietà e la pratica sportiva: permangono le differenze territoriali, migliorato il divario di genere

Per gli stili di vita, l’eterogeneità regionale più elevata si osserva per la sedentarietà, l’abuso di alcol e un’adeguata alimentazione, mentre è meno marcata per abitudine al fumo e per l'eccesso di peso. Anche nel 2023 si conferma un forte gradiente territoriale Nord-Mezzogiorno, con tassi di sedentarietà che si attestano al 25,4% nelle regioni del Nord e arrivano al 48,5% nelle regioni del Mezzogiorno. Rispetto al 2022, tuttavia, la riduzione della sedentarietà ha riguardato maggiormente proprio le regioni del Mezzogiorno (-3,7 punti percentuali contro circa quasi un punto percentuale nelle regioni del Nord), tale andamento ha ridotto lievemente il forte gap esistente. Per l’indicatore sulla sedentarietà, la Basilicata registra un valore di quasi il 60% superiore rispetto alla media italiana (53,7% vs la media italiana del 34,2%), mentre il valore minimo si rileva nella provincia autonoma di Bolzano, dove solo circa il 15% delle persone di 14 anni e più non praticano né sport né attività fisica.

La riduzione della sedentarietà osservata nel 2023 ha riguardato entrambi i sessi, ma in misura maggiore gli uomini (-2,5 punti percentuali contro -1,7 punti percentuali) e si è osservata in quasi tutte le fasce di età, con punte di riduzione maggiore tra i ragazzi di 14-19 anni (-2 punti percentuali), ma soprattutto tra la popolazione adulta e anziana di 60-74 anni (circa -4,2 punti percentuali). L’andamento decrescente registrato per la sedentarietà nel 2023, si accompagna parallelamente a un aumento della pratica sportiva (specialmente di tipo continuativo), che si era molto ridotta in modo particolare nel 2021 (quando era scesa al 22,5%) e che riguarda, invece, nel 2023 più di una persona su 4 (il 25,5%). Tale valore supera i livelli di pratica sportiva raggiunti nel periodo pre-pandemico (nel 2019 era pari al 23,4%). L’aumento della pratica sportiva è stato osservato in modo trasversale in tutte le fasce di età, pur con punte di crescita più elevate (pari a circa 3 punti percentuali) tra la popolazione di 55-74 anni.

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