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Rapporto sullo stato dell'attività fisica 2022

Anno di pubblicazione:

Il “Global status report on physical activity 2022” dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) analizza le modalità di attuazione – adottate dai governi – delle raccomandazioni fornite nel Global action plan on physical activity 2018-2030 (GAPPA), con l’obiettivo di garantire l’aumento dei livelli di partecipazione all’attività fisico-sportiva facendo leva sulle 4 sfere individuato dal piano di azione: società attive, ambienti attivi, persone attive e sistemi attivi.

Tali raccomandazioni riguardano, infatti, lo sviluppo e l’attuazione di politiche nazionali in grado di aumentare l’attività fisica per tutte le fasce d’età, la creazione di infrastrutture urbane più sicure per incoraggiare gli spostamenti a piedi o in bicicletta, la realizzazione di programmi e opportunità per l’attività fisica in contesti chiave, come la scuola e gli ambienti di lavoro.

Quattro anni dopo il GAPPA, il primo rapporto mondiale sullo stato dell'attività fisica registra i progressi dell’attuazione da parte dei paesi di queste raccomandazioni, con l’obiettivo di raggiungere una riduzione del 15% della prevalenza dell’inattività fisica entro il 2030.

I dati provenienti da 194 Paesi dimostrano tuttavia che i progressi sono lenti e che i Paesi devono accelerare lo sviluppo e l’attuazione di politiche per aumentare i livelli di attività fisica e ridurre il carico sui sistemi sanitari.

Dal rapporto emerge che:

  • meno del 50% dei Paesi ha una politica nazionale per l’attività fisica;
  • solo il 30% dei Paesi ha delle linee guida nazionali sull’attività fisica che riguardano tutte le fasce d’età;
  • solo il 75% dei Paesi monitora l’attività fisica negli adolescenti e meno del 30% monitora l’attività fisica nei bambini di età inferiore a 5 anni;
  • solo poco più del 40% dei Paesi dispone di standard di progettazione stradale che rendono più sicuri gli spostamenti a piedi e in bicicletta.

Progressi a rilento, costi della sedentarietà crescenti

Sempre secondo il report, attualmente oltre l’80% degli adolescenti e il 27% degli adulti non soddisfa i livelli di attività fisica raccomandati dall’OMS, con conseguente generazione di costi sui sistemi sanitari e sulla società.

Il costo economico dell’inattività fisica è significativo: se i governi non adotteranno misure urgenti per incoraggiare una maggiore attività fisica tra le loro popolazioni, tra il 2020 e il 2030, quasi 500 milioni di persone svilupperanno malattie cardiache, obesità, diabete o altre malattie non trasmissibili (NCD), per un costo di 27 miliardi di dollari all’anno.

Il rapporto dimostra, peraltro, che negli ultimi due anni solo poco più del 50% dei Paesi ha condotto una campagna di comunicazione nazionale o organizzato eventi di attività fisica a partecipazione di massa, evidenziando che la pandemia di Covid-19 ha bloccato queste iniziative e ampliato le disuguaglianze.

Per aiutare concretamente i paesi a colmare le lacune emerse durante l’attuazione delle politiche, vengono quindi indicate 5 misure da adottare:

  • Rafforzare la partecipazione e la coesione di tutti gli organi pubblici e delle leadership politiche.
  • Integrare l'attività fisica nelle politiche attinenti e facilitare l'attuazione delle stesse fornendo strumenti e consigli pratici.
  • Consolidare i partenariati, coinvolgere la popolazione e sviluppare il potenziale di ciascun individuo.
  • Rafforzare il sistema di dati nazionali e transnazionali, la vigilanza e la concretizzazione delle conoscenze e delle ricerche, nella messa in opera delle politiche.
  • Garantire investimenti continui e coerenza con gli impegni politici nazionali presi.

Il contesto italiano

Per quanto riguarda in particolare l’Italia, la scheda evidenzia subito che le malattie non trasmissibili (diabete, malattie cardiovascolari, tumori, malattie dell’apparato respiratorio etc.) rappresentano un tasso di mortalità del 91%.

In questo quadro, appaiono rilevanti i dati dei sedentari divisi per fasce d'età, che vedono tra gli adolescenti (11-17 anni) un aumento delle ragazze 92% rispetto ai ragazzi 86% - come si evince dal grafico a seguire.