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Barometro obesità 2022 - 4° Rapporto italiano

Anno di pubblicazione:

Non sono molto incoraggianti i numeri presentati nel 4° Italian Barometer Obesity Report: sono infatti oltre 25 milioni le persone in eccesso di peso in Italia, ovvero più del 46% (oltre 23 milioni di persone) e il 26,3% tra bambini e adolescenti di 3-17 anni (2 milioni e 200mila persone). Questo è quanto emerge dal Report realizzato da IBDO Foundation (Italian Barometer Diabetes Observatory) in collaborazione con Istat, Coresearch e Bhave nel periodo tra maggio e settembre 2022. 

Come emerge dal report, per arginare l’obesità, bloccando i numeri che sono destinati a crescere, occorre aumentare la consapevolezza, abbattere lo stigma, agire nelle zone più a rischio e promuovere corretti stili di vita. La prevenzione e gli interventi mirati su alimentazione e sport sono importanti nella più ampia lotta all’obesità, ma oltre a questo si ha la necessità combattere il pregiudizio e lo stigma sociale per far sì che l’obesità sia considerata da parte dei governi, dei sistemi sanitari e delle persone interessate, una malattia cronica con la stessa dignità di altre malattie come il diabete, che richiede una gestione a lungo termine. 

È TEMPO DI AGIRE

Dal Italian Barometer Obesity Report  si evince come siano presenti:

a) Differenze di genere 

La figura a seguire conferma, anche per il 2021, il noto andamento crescente dell’indicatore di eccesso di peso e obesità nella popolazione adulta all’aumentare dell’età.

Le prevalenze più basse di eccesso di peso si riscontrano tra le giovani di 18-24 anni (13,7% vs il 24,5% dei loro coetanei maschi), mentre quelle massime si rilevano tra gli uomini di 65-74 anni (69,2% vs il 52,8% delle coetanee).

Le differenze ci sono, ma tra gli adulti sono poco evidenziate, infatti, tra i maggiorenni, le donne mostrano un tasso di obesità inferiore (11,1%) rispetto agli uomini (12,9%); più marcata la differenza in bambini e adolescenti, dove il 23,2% delle femmine è in eccesso di peso rispetto al 29,2% dei maschi.

b) Differenze territoriali

Le regioni meridionali e le isole si confermano aree particolarmente critiche dove il problema dell’eccesso di peso risulta più diffuso, soprattutto tra i più piccoli. Sono ben il 31,9% al Sud e il 26,1% nelle Isole i bambini e gli adolescenti in sovrappeso. Molti di più rispetto al 18,9% dei residenti del Nord-Ovest, al 22,1% del Nord-Est e al 22% del Centro. Queste disuguaglianze territoriali, seppur in maniera meno marcata, si confermano anche per gli adulti, tra i quali il tasso di obesità varia dal 14% al Sud e 13,6 nelle Isole, al 12,2 del Nord Est, fino al 10,5% del Nord-Ovest e del Centro.

c) Differenze tra aree periferiche e città 

Vi è poi una drammatica correlazione tra le aree più svantaggiate e periferiche della città e una maggiore prevalenza di obesità, infatti il valore è aumentato negli ultimi 20 anni, dal 6,8% al 8,8%, mentre nelle aree periferiche la percentuale è passata dal 8,2% al 12,1%. Per questo è necessario promuovere un nuovo modello di welfare urbano che debba agire nelle zone più a rischio rendendo il contesto urbano adatto alla conduzione di stili di vita sani, e della prevenzione secondaria, rafforzando la rete di servizi sociosanitari a disposizione di tutti.

ESISTE UNA BASSA PERCEZIONE DEL PROBLEMA E DEI RISCHI CONNESSI

A preoccupare è anche la scarsa consapevolezza: una larga quota di italiani non riconosce la propria condizione problematica, alle volte patologica. L’11,1% degli adulti con obesità e il 54,6% degli adulti in sovrappeso, infatti, ritiene di essere normopeso. Lo stesso accade tra i genitori di bambini in sovrappeso o obesi, dove il 40,3% ritiene i propri figli normopeso o addirittura sottopeso. Anche qui vige una scarsa consapevolezza: tra i bambini poco attivi, il 59,1% delle madri ritiene che il proprio figlio svolga sufficiente attività fisica. Sottovalutare le cause e le gravi conseguenze di questa malattia o convincersi che si risolverà con la crescita porta però purtroppo a complicanze, già in giovane età, come lo sviluppo di malattie croniche tra cui problemi di salute mentale, disturbi cardiaci, diabete di tipo 2, alcuni tumori e problemi a scheletro e articolazioni. 

L’IMPORTANZA DELL’ALIMENTAZIONE E DELL’ATTIVITÀ FISICA

L’obesità è una malattia complessa e eterogena in cui giocano un ruolo importante sia la genetica, ma anche l’alimentazione scorretta e una vita sedentaria. Alimentazione e attività fisica, seppur comportamenti individuali, sono fortemente influenzati dalle condizioni sociali, economiche e culturali del contesto in cui si vive. Per questa ragione è necessaria sia la responsabilità dei singoli nel l’adozione di comportamenti e abitudini salutari, lungo tutto il percorso di vita (life approach), sia la responsabilità collettiva nel creare contesti e politiche di contrasto alla diffusione di patologie, associate all’obesità.

Quando si arriva a parlare di attività fisica sportiva, dal rapporto risulta, che più di due persone su cinque pratichino raramente attività sportiva e solo una su cinque afferma di farla due/tre volte alla settimana. In particolare, vi è una principale divisione tra coloro che si muovono a piedi e coloro che usano la macchina. In particolare, due persone su cinque affermano di muoversi a piedi, mentre quasi una su due usa la macchina per spostarsi. Invece, i mezzi pubblici (4%) e la bicicletta (6%) non sembrano essere i mezzi preferiti per gli spostamenti.

In Italia, solo una persona su 5 rispetta i livelli di attività fisica raccomandata - a fronte di 1 su 3 nella media europea – mentre ben il 63,8% non svolge affatto attività fisica aerobica su base settimanale - a fronte del 47,3% nella media europea (figura a seguire). 

In Italia i livelli di scarsa o nulla attività fisica, pur manifestandosi in tutte le classi di età, sono più elevati tra i giovani di 15-24 anni: la quota supera del 50% la media europea (39,6% in Italia, 27,7% in media UE27). Tra le persone con obesità, la percentuale di persone che non svolge attività aerobica su base settimanale è sempre più alta (58% media UE27) rispetto a chi è normopeso (47,3% media UE27). In Italia permangono questi differenziali, ma con livelli maggiori: 3 persone su 4 con obesità non svolgono regolarmente attività fisica aerobica nell’arco della settimana (74,6%) a fronte del 58,6% tra i normopeso.

La scarsa attività fisica e l'eccesso di peso, riguarda circa il la metà dei bambini e ragazzi di 3-17 anni: l’11,2% presenta la situazione più critica perché associa entrambi i fattori di rischio, il 15,8% presenta solo la condizione di eccesso di peso e il 22,7% non ha problemi di peso ma è sedentario o svolge solo qualche attività fisica in modo saltuario (figura a seguire).

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