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La storia di Martino diventato arciere grazie al progetto di Sport e Salute e Fitarco

Martino ha 9 anni, tanta voglia di divertirsi ma anche una paralisi cerebrale che lo lega ad una sedia a rotelle. E come spesso capita, ancora nel 2023, subisce discriminazione e non trova sport o circoli sportivi che gli garantiscano le famose “pari opportunità”. Per farlo giocare a tennis i genitori erano costretti ad andare una volta al mese a Palermo e per il tiro con l’arco fino a qualche mese fa dovevano fare 75 km, per raggiungere il maestro Ignazio Arena. Ma fare tanta strada per allenarsi non è semplicissimo, tra lavoro, terapie e compiti, non poteva di certo rientrare nella quotidianità.

Ed è così che la mamma di Martino, grazie alle indicazioni del presidente regionale Fitarco, Renato Ippolito, s’imbatte nel progetto di Sport e Salute: a Scuola con l’Arco. Uno dei progetti che rientrano negli 80 milioni. Ed è così che non è più Martino a doversi muovere ma è l’arco ad approdare a Siracusa. Morena, la mamma di Martino, però fa molto di più: va dal Sindaco di Siracusa e dall’Assessore alle Politiche Sociali con la brochure dell’iniziativa in mano e una pagina di dettagli progettuali e motivazionali. Qualche settimana fa insieme al tecnico Ignazio Arena dell’Asd Arcieri Apple Club sono tornati negli uffici del comune e hanno firmato l’atto di concessione dello spazio sportivo, per tutta la durata del progetto, con l’augurio di poterlo continuare oltre.

Ho pianto” ha detto la mamma di Martino. “Ventotto nuovi tesserati alla Fitarco (e al momento abbiamo dovuto fermarci perché con un solo tecnico disponibile non potremmo gestirli). Tra i nostri iscritti ci sono bambini “normodotati”, un bambino con disabilità motoria, uno con disabilità intellettiva, uno con diagnosi di ADHD, donne e uomini… quella cioè che si chiama davvero INCLUSIONE!” ha raccontato ancora mamma Morena.

 

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“Penso che in Sicilia stia riscuotendo molto successo, io me ne occupo ad Acireale e a Siracusa. Questo progetto lo definirei “una manna dal cielo”, perché si è presentato davanti a noi al momento giusto, come un dono, proprio nel momento in cui ci stavamo muovendo alla ricerca di soluzioni” racconta in una intervista il tecnico Ignazio Arena.

Ci racconti il suo incontro con Martino

“Il 26 giugno 2022 ho conosciuto il piccolo Martino. Mi trovavo a Catania per presentare e promuovere il tiro con l’arco in una manifestazione organizzata dal comitato paralimpico. Si è avvicinata a me una famiglia, piena di entusiasmo per l’evento e subito colpita dall’accessibilità di questa disciplina sportiva per il loro figlio. Martino, 8 anni, sorriso contagioso, volontà di ferro, grande passione per questo sport. Tra me e Martino è stato amore a prima freccia! Martino voleva praticarlo ma, nella sua città, come riferito dai genitori, non ne avevano nemmeno sentito parlare. Per circa un anno i genitori si sono spostati una volta a settimana, o quando era loro possibile, per portare Martino da Siracusa a Camporotondo nella mia palestra. A volte tra lavoro, impegni o mal tempo riuscivano meno e Martino, potendo venire solo sabato e qualche volte la domenica, si allenava da solo con me. Nelle tante difficoltà siamo riusciti a trasmettere a Martino la passione per il tiro con l’arco, ma sappiamo tutti che per divertirsi e migliorare una passione non può essere coltivata una o due volte al mese”.

È stato così che la scoperta del progetto che la Federazione sviluppa con Sport e Salute vi è venuto in aiuto. Come?

“Parlando con il presidente regionale e con gli uffici federali abbiamo trovato questa magnifica opportunità. Come Società ho aderito subito, poi ho passato la palla alla mamma di Martino che ha fatto il resto”.

L’incontro con Martino l'ha spinta a passi incredibili. 

“Tutto è partito dalla mia voglia di aiutare Martino e la sua famiglia a portare questo sport nella loro città. Ho dato la mia disponibilità a viaggiare e ad insegnare, a chiunque avesse valuto, tutto quello che so. La famiglia di Martino nel giro di pochi giorni aveva già presentato il progetto al sindaco di Siracusa, Francesco Italia, e all’assessore alle politiche sociali. La mamma aveva unito alla brochure del progetto una lettera di motivazioni e spiegazioni dettagliate, di quanto fossero importanti quelle ore di sport per Martino e di quanto fosse inclusivo il progetto della Fitarco. È stato così che ha fatto richiesta di una palestra per due volte a settimana, spalmando l’attività in quattro ore alla volta, come da mie indicazioni. L’amministrazione comunale si è mostrata entusiasta e disponibile a trovare un luogo utile all’attività, non solo per Martino ma anche per altri utenti che in poco tempo hanno aderito al progetto. Insomma il tempo burocratico per sistemare i documenti e tutto ha avuto inizio”.

Quali sono le opportunità che tsta offrendo questo progetto?

“Sembrerà banale dirlo, ma un progetto come questo tira fuori la vera essenza dello sport. Perché lo sport non è solo allenamento, competizione, impegno e dedizione, è anche gioco nella sua forma più pura. Questo progetto ha cambiato le giornate di Martino. Ho una letterina che mi ha scritto, che si conclude proprio con una frase in cui mi dice: “grazie a te non sarò mai più solo”. La stessa mamma mi ha confermato che la pratica sportiva lo fa sentire parte di un gruppo. Il progetto non solo dà la possibilità a bambini, con disabilità e non, di giocare insieme, ma offre anche la possibilità alle famiglie di stare insieme, perché ad allenarsi sono genitori e figli: tanta condivisione e socialità dietro le gare del tiro con l’arco”.

Nella sua esperienza di tecnico per la Arcieri Apple Club quali difficoltà incontra con le persone con disabilità per permettere loro di praticare attività sportiva?

“Le difficoltà sono spesso legate al luogo in cui svolgere la pratica, difficile da trovare: sono quasi sempre strutture non adatte, con barriere architettoniche. Superate queste, non ci sono limiti a quello che si riesce ad insegnare ed imparare. Con Martino per esempio, quando abbiamo cominciato, aveva grandi difficoltà di coordinazione, non aveva la forza di tendere l’arco e così lo tenevo io. Oggi Martino ha iniziato a tirare solo, riesce pian piano a incoccare la freccia, alza l’arco da solo, tende e mira. Grandi miglioramenti in poco tempo danno grandissima soddisfazione e speranza”.

Le istituzioni quanto sono importanti e come influiscono al benessere sociale?

“Le istituzioni fanno la differenza. In questa storia c’erano tutte le carte in regola per il lieto fine: lo sport inclusivo era stato trovato, così come l’istruttore specializzato e disponibile a seguire questo bambino sino in capo al mondo, dei genitori guerrieri per il loro figlio, il progetto perfetto, ma senza una palestra come avremmo fatto? Nel nostro caso devo dire che siamo rimasti molto sorpresi dalle istituzioni. E non solo per l’aiuto, ma per la partecipazione. Il sindaco e l’assessore di Siracusa sono venuti a trovarci più di una volta durante gli allenamenti e il mese scorso è venuto a tirare insieme a Martino l’assessore allo sport di Siracusa, Giuseppe Gibilisco, campione azzurro nel salto con l’asta, medaglia di bronzo ad Atene 2004, che ha mostrato la sua volontà di dare più spazio al nostro sport nella sua città. Dunque, grazie per chi lotta per i diritti di tutti, perché tutti dobbiamo avere la stessa attenzione e le stesse opportunità!”.

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