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Studio sul modello sportivo europeo

Anno di pubblicazione:

Il 1° dicembre 2020 il Consiglio dei ministri dell'UE ha adottato il Piano di lavoro per lo sport (2021-2024), che ha tra le sue tematiche principali il Modello Sportivo Europeo. Per tale motivo, ha incaricato la Commissione europea di studiare le possibili sfide che gli organismi sportivi – con particolare riferimento alle federazioni sportive – devono affrontare nel sistema organizzativo sportivo, tenendo conto della sua specificità.

In tale contesto, ad agosto 2021, la Direzione Generale Istruzione, Gioventù, Sport e Cultura della Commissione europea ha avviato uno studio sul Modello Sportivo Europeo.

L'obiettivo dello studio – che si riferisce esclusivamente al mondo sportivo organizzato, e non anche allo sport destrutturato e all’attività fisica – è quello di eseguire una mappatura dell’evoluzione dei regolamenti in materia di governance sportiva, della situazione finanziaria e delle buone pratiche, nonché di analizzare come il Modello Sportivo Europea si stia adattando alle mutevoli condizioni di contesto che ricadono anche sulle discipline sportive.

Inoltre, è obiettivo dello studio quello di fornire alle autorità nazionali, al movimento sportivo e alle altre parti interessate la trasparenza necessaria, al fine di stimolare e supportare, attraverso le evidenze, lo sviluppo del dibattito pubblico e delle politiche pubbliche da intraprendere, volte a rafforzare il Modello Sportivo Europeo.

origini, sviluppi e metodologia dello studio

La pratica e l’organizzazione dello sport evidenziano forti caratteristiche comuni che autorizzano a parlare di "approccio europeo" dello sport, per cui le seguenti nel Libro bianco sullo sport 2007 della Commissione europea sullo sport sono individuate le seguenti caratteristiche fondamentali del Modello Sportivo Europeo:

  • struttura piramidale per l’organizzazione sportiva e per le competizioni sportive (dal livello nazionale al livello internazionale) dove il ruolo centrale per lo sport spetta alle Federazione europee e internazionali;
  • un sistema di interdipendenza tra livelli, basato su un principio di promozioni/retrocessioni (competizioni aperte) che consente a tutti i circoli di raggiungere i livelli più elevati in virtù dei risultati conseguiti;
  • solidarietà tra i vari elementi costitutivi e gli operatori del settore;
  • un movimento sportivo ampiamente autonomo che può sviluppare partnership con le autorità pubbliche (autonomia dello sport);
  • strutture basate sul volontariato.

Lo studio ha anche esaminato come alcuni trend stiano influenzando il Modello Sportivo Europeo:

  • gli effetti dell’internalizzazione e della commercializzazione dello sport, come l’aumento degli investimenti e delle sponsorizzazioni delle multinazionali;
  • la ridistribuzione dei ricavi dallo sport d'élite verso quello di base, al fine di sostenere finanziariamente lo sport di base;
  • sviluppo di eventi esclusivi, che rendono alcuni club e leghe più attraenti dal punto di vista di sponsorship e investimenti;
  • sviluppo di buone pratiche e la condivisione di nuovi codici di condotta da parte delle autorità governative;
  • sviluppo nel volontariato soprattutto per quanto riguarda lo sport di base, nell’ambito del quale il numero dei volontari è in forte declino e per combatterlo occorre fornire maggiori benefit, formazione e stimoli;
  • cambiamenti nelle abitudini e nella partecipazione sportiva a causa della pandemia da Covid19;
  • altri elementi come uguaglianza, inclusione, diversità e sostenibilità che hanno un impatto sul modello sportivo tradizionale.

Sulla base di queste caratteristiche e trend comuni e della loro possibile applicazione si basano le 3 fasi dello studio. Nella fase iniziale dello studio sono state effettuate interviste su un piccolo numero di Federazioni sportive e nel mondo accademico, con competenze specifiche in materia.

Nella fase intermedia sono stati selezionate 15 discipline sportive per esaminare l’applicazione e gli sviluppi del modello sportivo europeo. La selezione è stata fatta sulla base di una serie di criteri, tra cui in particolare la necessità di bilanciare gli sport di squadra e gli sport individuali. I 15 sport selezionati, che sono stati studiati con particolare focus durante questa fase sono i seguenti: tiro con l’arco; atletica; basket; ciclismo; calcio; pallamano; hockey; pattinaggio su ghiaccio; judo; canottaggio; rugby; nuoto; tennis; triathlon; pallavolo. Il gruppo di studio ha poi condotto un'attività di ricerca al fine di identificare e classificare come le caratteristiche chiave del Modello Sportivo Europeo siano state applicate a ciascuna disciplina sportiva.

Durante la fase intermedia, il gruppo di studio ha anche prodotto e diffuso un questionario alle parti interessate per raccogliere opinioni sulla rilevanza delle principali caratteristiche del Modello Sportivo Europeo e l’importanza dell’influenza degli sviluppi sulla comprensione del modello. Il questionario è stato diffuso ad un campione rappresentativo di intervistati provenienti dalle autorità internazionali e nazionali, le federazioni sportive e la società civile in tutti gli Stati membri dell’UE.

Nella fase finale, in base alle informazioni raccolte attraverso l’attività di ricerca, di intervista e somministrazione questionari, il gruppo di studio ha prodotto delle schede per ciascuna delle 15 discipline sportive selezionate, allegate al report finale. Le schede forniscono una panoramica su come il Modello Sportivo Europeo trovi applicazione e sugli sviluppi che incidono sul modello.

RISULTATI CHIAVE

Per ciascuna delle caratteristiche principali del Modello Sportivo Europeo evidenziate dallo studio si sintetizzano qui di seguito i risultati chiave dello studio.

Struttura piramidale
Secondo la ricerca, generalmente le principali caratteristiche del Modello Sportivo Europeo trovano applicazione nell’organizzazione e nella struttura del sistema sportivo. Tutti gli sport a squadre europei analizzati seguono un modello piramidale, laddove le federazioni sportive rappresentano l’organismo più alto per uno sport e sono generalmente responsabili per l’organizzazione e lo sviluppo di quella specifica disciplina a livello amatoriale e professionale. Risulta inoltre generalmente presente, alla base della piramide, una struttura comune ai circoli che si occupano di sport di base. Vi è inoltre evidenza che il ruolo e il grado di influenza delle federazioni europee rispetto alle federazioni internazionali vari a seconda dei casi, in parte in funzione delle modalità organizzative delle competizioni e della loro rilevanza a livello nazionale ed europeo. In alcuni casi eccezionali, si riscontrano strutture organizzative frammentate laddove vi sia un legame più lasco con la struttura piramidale.

Pertanto, se da una parte si riscontra un minimo comun denominatore a livello organizzativo, si riscontrano discrepanze in termini di:

  • coinvolgimento dei gruppi di stakeholder, ivi inclusi i rappresentanti degli atleti, nelle strutture organizzative degli organismi sportivi;
  • livello di concentrazione in termini di potere negoziale a livello commerciale, con particolare riferimento ai diritti media.

In molti sport di squadra, inoltre, le leghe nazionali hanno un particolare ruolo nei processi decisionali e nella commercializzazione dei diritti. Tipicamente, infatti, le leghe gestiscono gli accordi commerciali, soprattutto per il broadcasting, degli sport professionistici.

Gare e competizioni aperte
Il principio delle competizioni aperte viene generalmente applicato in tutti gli sport europei ed è considerato una caratteristica specifica dello sport europeo, a differenza di quanto avviene ad esempio in Nord America. Il sistema della promozione/retrocessione viene applicato quasi universalmente negli sport di squadra, mentre rappresentano un’eccezione alla regola casi isolati quali l’Eurolega di basket o il Sei Nazioni di rugby.

Viene inoltre rilevato che il sistema della promozione/retrocessione non sia sempre sufficiente, da solo, ad assicurare competizioni aperte e trasparenti, in quanto i meccanismi di distribuzione finanziaria giocano un ruolo altrettanto importante nell’influenzare i meccanismi di concorrenza. In tal senso emerge pertanto la necessità di trovare un “equilibrio competitivo”, in un contesto tuttavia complesso e sfaccettato in cui gli organismi sportivi e gli stakeholder concorrono a garantire l’integrità del sistema.

Il Modello Sportivo Europeo pone peraltro enfasi sul sistema di promozione/retrocessione sebbene gran parte degli sport individuali coperti dallo studio non applichino tale sistema, usando piuttosto il sistema delle classifiche (ranking). Lo studio rileva che quest’ultimo sistema generalmente garantisce la competizione aperta, pur riscontrando differenze marcate tra sport e sport nelle modalità con cui tali classifiche vengano formate e determinate.

Solidarietà
Vi è inoltre consenso circa l’importanza, per il futuro, del meccanismo di solidarietà finanziaria – rispetto al quale l’Europa è all’avanguardia rispetto al resto del mondo – quale pilastro fondante del Modello Sportivo Europeo. L’HatTrick Programme della UEFA, ad esempio, rappresenta il più grande programma di sviluppo e solidarietà mai realizzato da un organismo sportivo.

Guardando al futuro, gli stakeholder sono d’accordo circa la necessità di continuare a migliorare i citati meccanismi e la loro concreta applicazione. Se da una parte gli stakeholder sportivi riconoscono che il principio di solidarietà e di ridistribuzione dei ricavi sia essenziale per la sopravvivenza e il continuo sviluppo a tutti i livelli della propria disciplina, vi è riconosciuto margine di miglioramento nell’ambito di molti sport, ad esempio con riferimento ad un miglior equilibrio nel rapporto tra ricavi generati dall’alto livello e quanto viene ridistribuito a livello di base, nonché con riferimento alla mancanza di trasparenza rispetto alle fonti stesse di ricavo e alla loro redistribuzione applicata dagli organismi sportivi.

Lo studio, tuttavia, ha identificato numerosi meccanismi trasparenti di solidarietà, ad esempio quello dell’IOC. Per alcuni sport, di contro, vi è limitata disponibilità di dati che suggerisce il bisogno, in taluni casi, di maggior trasparenza in termini di pagamenti dalle leghe di alto livello verso le altre leghe e verso i livelli amatoriali. Per alcuni sport, inoltre, il finanziamento pubblico gioca un ruolo cruciale per la sostenibilità finanziaria dei settori di base.

Autonomia
Secondo il modello, le federazioni dovrebbero godere di sufficiente autonomia per gestire le proprie discipline secondo la propria discrezione, pur se nei limiti delle leggi europee. Risulta pertanto importante che le federazioni abbiano la capacità di autoregolamentarsi e di farsi guidare sempre dai principi e dalle pratiche di buona governance. Vi è inoltre generale consenso che le federazioni sportive debbano guadagnarsi la propria autonomia attraverso l’accountability e la trasparenza. Mentre molte federazioni si mostrano proattive rispetto allo sviluppo della propria governance, la ricerca rileva l’utile ruolo dei governi nel condurre “moral suasion” affinché tutte le federazioni si adeguino in tal senso agli obiettivi e agli standard europei.

È stato infatti evidenziato che, laddove si rilevi un minor coinvolgimento dello Stato sui temi dello sport, i livelli di tutela dell’interesse pubblico e la presenza di tale interesse pubblico nello sviluppo delle politiche pubbliche appaiono più deboli. In alcuni Paesi analizzati dallo studio, i governi monitorano i principi di buona governance all’interno del sistema sportivo al fine di determinare i criteri e le condizioni di allocazione dei finanziamenti pubblici.

Volontari
È dimostrato che il ruolo dei volontari sia fondamentale per tutti gli sport. Vi è infatti chiara dipendenza da parte gli organismi sportivi sull’operato dei volontari, che rivestono un ruolo cruciale sia nella gestione dei circoli che degli organismi sportivi, sia nella gestione organizzativa di gare e competizioni a tutti i livelli. Lo sviluppo di programmi e a supporto del mondo del volontariato risulta pertanto essenziale per sostenere questo importante pilastro del Modello Sportivo Europeo.

Ruolo dei valori europei
Il focus della ricerca è quello di esaminare come le caratteristiche chiave del Modello Sportivo Europeo si applichino alle organizzazioni sportive all’atto pratico. Un tema ricorrente tra gli stakeholder tuttavia è rappresentato dal fatto che il Modello Sportivo Europeo dovrebbe concentrarsi maggiormente sulla promozione di specifici valori europei (es. democrazia, diritti dei lavoratori, diritti umani), aumentando quindi il livello di responsabilità in capo alle federazioni sportive. È convinzione diffusa che un maggior allineamento tra il Trattato sul Funzionamento dell’EU e il Modello Sportivo Europeo potrebbe essere utile a ispirare i valori chiave da promuovere.

Di contro vi è evidenza che lo sviluppo della buona governance per tutelare l’autonomia delle federazioni sportive, come detto sopra, contribuisca a garantire che tali specifici valori europei si riflettano nell’applicazione del Modello Sportivo Europeo. Si ritiene pertanto – a fronte di quanto espresso da un numero di stakeholder – che tali valori facciano già parte del sistema sportivo europeo, sia a livello di base che professionale.

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