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Rapporto annuale 2022

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Il trentesimo rapporto dell’Istat 2022, a due anni dall’inizio dell’emergenza sanitaria, analizza la situazione economica e sociale del Paese nel 2021 e nei primi mesi del 2022. Il rapporto intende fornire una fotografia dell’Italia di oggi, alla luce della sua storia recente, evidenziandone i passi in avanti e gli ostacoli, sottolineando le forti capacità di resilienza e le grandi vulnerabilità che emergono; il tutto con l’oggettiva evidenza dalle informazioni statistiche più aggiornate.

Il rapporto è suddiviso in 4 capitoli:

  • Capitolo 1: Le prospettive di ripresa tra ostacoli e incertezza
  • Capitolo 2: Due anni di pandemia - l’impatto su cittadini e imprese
  • Capitolo 3: Famiglie, stranieri e nuovi cittadini
  • Capitolo 4: Le diverse forme della disuguaglianza

LE PRINCIPALI EVIDENZE EMERSE per l'attivitÀ fisica

L’emergenza sanitaria ha modificato le abitudini della popolazione, con un impatto rilevante sui vari aspetti della quotidianità: sull’organizzazione della giornata, sugli stili di vita, sul modo in cui sono state coltivate le relazioni parentali e amicali, sul tempo libero, sul lavoro. Gli stravolgimenti della vita quotidiana conseguenti al lockdown del bimestre marzo-aprile 2020 si sono attenuati nei mesi successivi e sono stati trasversali, sebbene alcuni cambiamenti negli stili di vita sembrano persistere e potrebbero durare nel tempo.

In particolare il rapporto, al Capitolo 2, evidenzia come sia raddoppiata nel biennio la quota di adolescenti insoddisfatti della vita e con un basso punteggio di salute mentale (passati dal 3,2% del 2019 al 6,2% del 2021): si tratta di circa 220 mila ragazzi tra i 14 e i 19 anni che esprimono insoddisfazione per la propria vita e si trovano, allo stesso tempo, in una condizione di scarso benessere psicologico. Si tratta di segnali che non vanno sottovalutati, ai quali l'attività fisica a scuola e nel tempo libero darebbe un contributo significativo nell'attenuare la situazione di malessere psicologico tra gli adolescenti.

Due anni di pandemia hanno inoltre rivoluzionato le modalità di fruizione del tempo libero e della partecipazione culturale, conducendo a un diverso equilibrio tra le varie attività. Tra le attività di tempo libero che hanno retto all’impatto della pandemia, pur cambiando forma e modalità di svolgimento, va annoverata la pratica fisico-sportiva che ha tenuto, in modo particolare, tra la popolazione adulta, grazie alla possibilità di svolgere attività fisica anche in casa o in modo non strutturato in spazi all’aperto.

Ad aprile 2020 era pari al 22,7% la quota di persone di 18 anni e più che dichiaravano di avere praticato attività fisico-sportiva in un giorno medio, sebbene quasi esclusivamente nei propri spazi abitativi (interni o esterni) (Figura 2.23).

Tuttavia nel 2021 è diminuita, rispetto al periodo pre-pandemia, la pratica sportiva continuativa a fronte di una crescita sia della pratica sportiva saltuaria sia della più generica attività fisica, spesso svolta in modo non strutturato e all’aperto. Ciò è avvenuto specialmente tra i più giovani di 6-14 anni, tra i quali si è osservata anche una forte crescita della sedentarietà (che è passata dal 18,3% del 2019 al 24,4% del 2021).

Uno sguardo va inoltre rivolto alle nuove potenzialità per il miglioramento delle condizioni psico-fisiche e della qualità della vita degli over 65, che inizio 2022 nel nostro Paese conta oltre 14 milioni. Si tratta di 3 milioni di individui in più rispetto a venti anni fa, che fra vent’anni sfioreranno quota 19 milioni. Si aggiunga che gli anziani con almeno 80 anni oggi superano i 4,5 milioni e quelli con almeno cento anni raggiungono quota 20 mila, una cifra che si è quadruplicata negli ultimi 20 anni e che merita di essere attenzionata anche dal punto di vista dell’invecchiamento attivo attraverso la pratica fisico-sportiva.

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