instagramlinkedintelegramcustom1youtubewhatsapp

images/studi-e-dati-dello-sport/schede/2022/119-Il-costo-dovuto-all-inerzia-sulla-sedentarieta-dei-sistemi-pubblici-sanitari.jpg

Il costo dovuto all'inerzia sulla sedentarietà per i sistemi pubblici sanitari

Anno di pubblicazione:

La rivista scientifica Lancet Global Health ha pubblicato un articolo riguardante “Il costo dovuto all’inerzia sulla sedentarietà per i sistemi sanitari pubblici: analisi della percentuale attribuibile alla popolazione”, sulla base del quale l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha elaborato il Rapporto sullo stato dell’attività fisica 2022 aggiornando, non solo i costi relativi alla sedentarietà, ma anche quelli legati all’inerzia politica davanti a questo dilagante problema della società moderna.

È questo, dunque, il primo studio che fornisce stime a livello mondiale del numero di nuovi casi di malattie non trasmissibili (Non-communicable diseases - NCDs) associate all'inattività fisica e dei relativi costi sanitari pubblici che si verificherebbero dal 2020 al 2030 se i livelli di sedentarietà non si riducessero. 

Infatti, secondo l’indagine basata sui dati clinici di 194 Stati, l’inattività fisica è un importante fattore di rischio per le malattie non trasmissibili (malattie coronariche, ictus, diabete di tipo 2, ipertensione, cancro, demenza e depressione negli adulti di almeno 18 anni), nonché per le condizioni di salute mentale messe a dura prova anche dalla pandemia di Covid-19. 

L’inattività fisica è tuttavia un fattore di rischio che si può ridurre e, se non si dovesse invertire la rotta, i risultati dello studio prevedono che entro il 2030 si verificherebbero a livello mondiale 499,2 milioni di nuovi casi di malattie non trasmissibili, con costi sanitari diretti pari a 520 miliardi di dollari, circa 47,6 miliardi di dollari l'anno. Di questi nuovi casi, (v. figura a seguire) il 47% riguarda l'ipertensione con 234,6 milioni, seguita dalla depressione e l'ansia con 215,7 milioni (43%) e la salute mentale 15,2 milioni (3%).

La percentuale maggiore dei costi economici (63%), però, verrebbe sostenuta dai paesi più forti a livello economico, benché il 74% dei nuovi casi di malattie non trasmissibili si verifichi nei paesi a basso e medio reddito (v. grafico).

GLI STATI DEVONO RIDURRE LA PREVALENZA DEI FATTORI DI RISCHIO ENTRO IL 2030

La maggior parte degli Stati, per raggiungere l’obiettivo di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite (azione 3.4), deve ridurre la mortalità dovuta alle malattie non trasmissibili entro il 2030, limitando i fattori di rischio come l’abuso del tabacco, l’alcol, le diete sbilanciate e la sedentarietà. I governi devono perciò dare priorità all’attuazione di politiche in grado di garantire una vita sana e promuovere il benessere per tutti a tutte le età. 

Ad esempio, come evidenzia lo studio, ogni dollaro impiegato per ridurre i fattori di rischio e gestire le malattie non trasmissibili potrebbe generare un ritorno di circa 7 dollari nei paesi a basso e medio reddito, dove ogni anno, si verifica quasi l’85% di tutte le morti premature a causa di malattie non trasmissibili.

Tuttavia, visto che i progressi mondiali nella riduzione dei livelli di sedentarietà fino ad oggi si sono rivelati lenti, per supportare gli sforzi dei governi nell’aumentare i livelli di attività fisica della popolazione, l’OMS ha identificato  delle raccomandazioni basate su evidenze scientifiche, delineate nel Piano d’azione globale dell’OMS sull’attività fisica 2018-30.

Queste azioni, se attuate dai paesi, miglioreranno la salute, ridurranno il carico sui sistemi sanitari e faranno risparmiare risorse economiche.

documenti allegati che possono interessarti