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Giornata Mondiale dell'Istruzione: speciale sport e attività fisica

Anno di pubblicazione:

In occasione della Giornata Mondiale dell’Educazione dell’UNESCO che si celebra ogni anno in tutto il mondo il 24 gennaio, Sport e Salute ha condotto un’indagine per fotografare il valore educativo dello sport nel più ampio quadro delle competenze scolastiche.

In vista del raggiungimento degli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, è infatti importante contribuire ad un’istruzione di qualità, inclusiva ed equa che possa garantire ai giovani l’apprendimento continuo.

LO SPORT TEMPRA I GIOVANI, MA ALLENA ANCHE LE RELAZIONI

Impegno e disciplina emergono come valori centrali, seguiti da divertimento, rispetto, amicizia e salute.  I ceti medio-alti sottolineano la dimensione ludica (+6 punti percentuali rispetto alla media) e socializzante (+5). Tra i più giovani della Generazione Z, ovvero i ragazzi tra i 18 e i 25 anni, invece, lo sport è anche salute (+3), successo (ben +13 punti percentuali rispetto alla media) e forza (+4).

Volgendo uno sguardo ai valori meno gettonati, scopriamo che lo sport oggi è scarsamente associato alla natura (solo il 2% vi ravvede uno valore sportivo), all’autenticità (3%) e alla bellezza (5%).

I VALORI PIÙ GETTONATI

ATLETICA, NUOTO E VOLLEY LE DISCIPLINE PIÙ EDUCATIVE

L’atletica, il nuovo e il volley – discipline spesso largamente diffuse tra bambini e ragazzi – sono viste come le più rilevanti in termini educativi tra i giovani oggi, raccogliendo rispettivamente il 30% delle preferenze, il 29% e il 28%. Seguono le arti marziali (23%), il basket (20%) e – solo al sesto posto – il calcio (19%).

Quest’ultimo fa registrare anche opinioni divergenti generazioni: il valore educativo risulta infatti particolarmente compromesso agli occhi degli adulti. Nette anche le differenze generazionali per il ciclismo, al quale i senior sono più legati rispetto ai giovani, e per arti marziali e sport da contatto in generale, che raccolgono maggiori consensi tra i giovani sempre con riferimento al valore educativo.

8 SU 10 VORREBBERO PIÙ SPAZIO ALLO SPORT A SCUOLA

Per 8 su 10 la scuola non dedica lo spazio dovuto allo sport, con picco dell’86% al Sud. Giudizi più morbidi tra i genitori, ma nel complesso il quadro rimane negativo lasciando pertanto spazio all’idea che vi sia domanda e interesse per una scuola in cui lo sport svolge un ruolo maggiormente centrale, non soltanto per aiutare bambini e ragazzi a sviluppare adeguate abilità motorie e soft skill che saranno utili strumenti nel corso di tutta la vita ma anche per rafforzare la diffusione di quel sistema valoriale che sempre si lega allo sport.

LO SPAZIO CHE OGGI LA SCUOLA ITALIANA RISERVA ALLO SPORT È:

Del resto, solo una minoranza dei genitori racconta di figli soddisfatti per le attività scolastiche di educazione fisica: una larga fetta di famiglie parla di strutture inadeguate (50%) e di attività irregolari (40%). Peggio al Sud su tutte le dimensioni indagate.

A spiegare l’irregolare svolgimento delle attività di educazione fisica non sono sufficienti i limiti oggettivi imposti dalla pandemia. Tra i genitori interessati, infatti, 2 su 5 imputano tale fenomeno alla disorganizzazione del sistema scuola (+6% al Sud).

Cosa fare, dunque, per rilanciare l’educazione fisica nelle scuole? Chi ha figli minorenni, crede fermamente (46% delle risposte) nell’importanza di un rafforzamento delle strutture e delle attrezzature in dotazione, ma anche nell’estensione della varietà di discipline da provare (30%) e dell’orario dopo quello curriculare (29%), nonché in una maggiore specializzazione del corpo insegnante (28%).

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