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Rapporto Sport Impact 2022: la dimensione statistica dello sport e dell’attività fisica in Italia

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Con un contributo al prodotto interno lordo di circa 24,5 miliardi di euro e circa 420.000 occupati, l’apporto dello sport all’economia del Paese stimato dall’Istituto per il Credito Sportivo è più rilevante di quanto spesso non si riconosca a questo settore, che oltre ad essere motore di economia è motore di salute, benessere e socialità.

Proprio a causa degli insufficienti livelli di attività fisica e sportiva praticata nel nostro Paese, i costi diretti per la sanità del nostro Paese attribuibili alla sedentarietà e associati alle malattie croniche non trasmissibili (MCNT), ancora oggi, ammontano infatti a 1 miliardo di euro l’anno che, se cumulati per il periodo 2020-2030, costeranno alla nostra economia 11,08 miliardi di euro. La sedentarietà è infatti causa di moltissime MCNT quali il diabete, le malattie cardiovascolari, le malattie dell’apparato respiratorio e i tumori che in Italia, stando ai dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) sono alla base del 91% dei decessi.

Tuttavia se si estende il calcolo dei costi della sedentarietà a tutte le voci dirette e indirette, secondo le stime dell’Istituto Superiore di Sanità, il Sistema Sanitario  Nazionale brucia circa ben 2,3 miliardi di euro l’anno.

Per questo il Piano d'azione globale sull’attività fisica 2018-2030 dell’OMS ha stabilito l’obiettivo, per gli Stati aderenti, di ridurre la sedentarietà del 15% entro il 2030, garantendo una maggiore partecipazione all’attività fisico-sportiva facendo leva su 4 sfere d’azione: società attive, ambienti attivi, persone attive e sistemi attivi.

Nel 2020 l’OMS ha inoltre emanato le nuove Linee Guida per l’attività fisica e la prevenzione della sedentarietà, che forniscono raccomandazioni per la salute pubblica sulla base di evidenze scientifiche. I livelli raccomandati sono diversificati sulla base dei sottogruppi della popolazione, come rappresentato sinteticamente nell’infografica a seguire, e richiedono almeno 150-300 minuti a settimana di attività fisica aerobica moderata, cui associare anche esercizi di rafforzamento muscolare.

In questo quadro, l’edizione 2022 dell’Eurobarometro della Commissione europea, che ci segnalava come il quinto Paese più sedentario d’Europa nel 2018, ha già premiato i numerosi sforzi compiuti in questi anni da Sport e Salute grazie all’impegno del Governo collocandoci ben 6 posizioni più in alto nella classifica e registrando un miglioramento di 6 punti percentuali nel tasso di sedentarietà, al netto peraltro dei progressi fatti tra la popolazione giovani sotto i 15 anni che non è conteggiata nell’indagine europea.

Il presente rapporto vuole offrire quindi uno strumento unico – perché sino ad oggi assente – di lettura dell’attualità sportiva in Italia, attraverso le sue molteplici sfaccettature e la sua intrinseca multidisciplinarietà: i giovani, i ceti fragili, le donne e gli over 65, ma anche i contesti della pratica sportiva, le associazioni e società sportive dilettantistiche, le infrastrutture sportive - scolastiche e non, gli aspetti culturali e valoriali.

Il rapporto è caratterizzato inoltre da un filo narrativo che, partendo dalla lettura dei dati, percorre i principali trend che stanno trasformando la pratica dell’attività fisica e sportiva in Italia come il costante ed elevato interesse per la pratica domestica e negli spazi pubblici all’aperto e per il turismo sportivo. Trend, questi, che sono entrati a far parte della “nuova normalità” dello sport a seguito delle fasi più acute della pandemia e che vanno letti in combinato disposto con i deterrenti all’iscrizione presso le organizzazioni sportive strutturate tra cui si fa sempre più strada il tema dei costi, legati sia alla minor capacità di spesa dei cittadini sia alle maggiori spese gestionali delle società e associazioni sportive, minando così potenzialmente il tessuto sportivo sia dal punto di vista della domanda che dell’offerta.

Un documento, quindi, che vuole essere di supporto a tutti coloro che si occupano di elaborare politiche e di fornire servizi per lo sport contribuendo ad accrescere i livelli di pratica dell’attività fisico-sportiva in Italia, facendo leva sulle sfere d’azione individuate dall’OMS e precedentemente citate (società attive, ambienti attivi, persone attive e sistemi attivi), con l’obiettivo ultimo di soddisfare gli obiettivi di Governo e del Paese.

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